— Cucina Rambaldi
Via Sant’Ambrogio, 55
Villar Dora (TO)
Cucina Rambaldi
Turno di chiusura: lunedì; martedì; domenica sera
Ferie: variabili
Si possono ‘smontare’ e quindi ‘rimontare’, assemblando gli elementi in modo differente ma simile, le ricette consolidate della grande tradizione regionale italiana? Il cuoco di questa insegna, un po’ elegante, un po’ casual – Beppe Rambaldi – ci prova. E i risultati sono di valore perché le conoscenze di base ci sono, la tecnica anche, le capacità idem.

Si possono ‘smontare’ e quindi ‘rimontare’, assemblando gli elementi in modo differente ma simile, le ricette consolidate della grande tradizione regionale italiana? Il cuoco di questa insegna, un po’ elegante, un po’ casual – Beppe Rambaldi – ci prova. E i risultati sono di valore perché le conoscenze di base ci sono, la tecnica (non scevra di un certo tecnicismo) anche, le capacità idem. Ma soprattutto c’è – ed è il dato più importante – il senso del gusto, che mai viene frustrato sull’altare della creatività.

Così sia le ricette più lineari (come gli agnolotti o come i cappellacci ferraresi alla zucca con burro e salvia) sia quelle più complesse e creative (come, per esempio, il riuscito «riso miso», ovvero riso affumicato, cotto con sake, pepi aromatici e limone fermentato) non mancano di colpire sia per i suadenti profili aromatici (ai quali il cuoco pare dedicare particolare attenzione) sia per la centralità e l’esaltazione dei sapori. Imperdibili fra gli antipasti la rivisitazione delle acciughe ‘al verde’ (in questo caso gli elementi che compongono la nota preparazione sabauda sono presentati l’uno diviso dagli altri, e spetta all’ospite ricomporli) e, fra i dolci, la zuppa inglese (altro signature dish del cuoco).

La cantina, seppure non vasta, presenta un discreto numero di etichette, non solo piemontesi, proposte a ricarichi più che corretti. Il servizio è attento e garbato. Bello il piccolo giardino estivo. Menu a 55 euro. Circa 65 mangiando alla carta.