Borgata Brandini, 16
La Morra (CN)
In un bel relais di recente apertura, dotato di camere finemente arredate, trova spazio questo ristorante che, già nel nome, svela la propria filosofia e il proprio intento. Alla guida dei fornelli c’è un cuoco navigato (tanti sono gli anni passati alla corte della famiglia Alciati) che propone una cucina sì d’impianto tecnico ma soprattutto basata sulla qualità assoluta della materia prima che viene ricercata e selezionata presso i migliori produttori regionali, quando addirittura non autoprodotta nell’orto di proprietà, coltivato secondo principi biologici e biodinamici.
L’offerta prende corpo in tre menu degustazione (dai quali si possono comunque estrapolare i piatti à la carte): «Né carne né pesce» (a 60 euro, con abbinamento vini a 30), «Un po’ di brace» (a 75 euro, con abbinamento vini a 40) e «Coltivare» (a 100 euro, con abbinamento vini a 60). Ora, al netto di un certo manierismo che riprende tutti gli stilemi dell’attuale offerta dell’alta gastronomia italiana (tutta centrate nell’enfatizzazione del vegetale, nell’utilizzo delle nuances affumicate, e nelle sottolineature acide e amare) i piatti appaiono ben eseguiti, centrati nelle cotture e ben piantati nell’espressione gustativa. Interessanti, nel contrasto fra tendenze dolci, piccantezza e acidità, si dimostrano tanto l’animella affumicata con piadina di farro e patate, wasabi e fragola, quanto «trota e trota»: trota fario e trota salmonata marinate in aceto e miele, salsa al vino bianco bianco e fegato di faraona. ‘Confortevole’ e ‘rassicurante’ è la «pasta e fagioli»: mezzemaniche, succo di fagioli, mandorle e peperoncino.
Il servizio è curato e attento, senza essere impostato. La carta dei vini, seppur non ampia, denota personalità e permette comunque un buon ventaglio di scelta.
